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L’equity crowdfunding per il cinema moderno: il progetto di CULT!

Il settore audiovisivo italiano sta vivendo una fase di profonda trasformazione, spinta da diversi fattori. La crescita delle piattaforme digitali ha rivoluzionato il panorama, costringendo i player del settore ad adattarsi rapidamente a nuove dinamiche. A questo si aggiunge l’impatto della pandemia, che ha messo a dura prova l’intero comparto ma ha anche aperto la strada a nuove opportunità con la successiva ripresa delle produzioni cinematografiche. In questo contesto, la competitività del mercato è cresciuta in modo esponenziale. In che modo può dunque l’equity crowdfunding aiutare il cinema?

È in uno scenario così complesso e dinamico che nasce CULT!, una realtà innovativa con l’obiettivo di avvicinare il grande pubblico agli investimenti nel settore cinematografico. Attualmente, la società è alla ricerca di capitali per la realizzazione di OVER – Coming back to life, il biopic sulla straordinaria storia di Andrea Lanfri, atleta paralimpico e alpinista estremo.

Di cinema, della campagna di equity crowdfunding e non solo, ne abbiamo parlato in un’intervista con Livio Gambarini, CEO di CULT!.

Ciao Livio, ci racconti chi è CULT! e qual è la sua mission?

Certo. CULT! è una startup innovativa nata con l’obiettivo di rivoluzionare il modo in cui si finanziano e producono contenuti audiovisivi in Italia, oltre che di diversificare le proposte sul mercato, puntando su generi e tendenze poco sfruttati. La nostra missione è semplice ma ambiziosa: rendere accessibili al grande pubblico progetti cinematografici e televisivi ad alto potenziale narrativo e commerciale, consentendo a chiunque di investire in opere che raccontano storie autentiche, emozionanti e con forte impatto sociale e culturale. Dei cult, insomma, da qui il nome dell’azienda.

A questo punto, la domanda sorge spontanea: come facciamo a capire se una storia ha la stoffa per diventare un cult? È qui che entra in gioco il nostro team, che mette in campo una consolidata esperienza nel raccontare storie e nell’individuare quelle più intriganti e originali. Una sensibilità che si affina con il tempo e che siamo convinti ci permetterà di scoprire e valorizzare piccoli e grandi tesori nascosti. Insomma, ci piace definirci talent scout delle idee. Quello che ci prefiggiamo di fare – e vogliamo farlo con formule davvero inedite, in Italia e non solo – è creare un ponte tra investitori, creativi e produttori, democratizzando l’accesso al settore audiovisivo, uno dei più redditizi e finora riservato a pochi insider.

In che contesto si inserisce questa realtà e quali sono, secondo te, le prospettive di crescita?

Viviamo un momento eccezionale per l’audiovisivo italiano, con una domanda crescente di contenuti di qualità, sia a livello nazionale che internazionale. Anche solo dal punto di vista commerciale, le grandi piattaforme di streaming che operano in Italia sono obbligate per legge a produrre nel nostro paese una quantità rilevante di contenuti. CULT! si inserisce esattamente in questo contesto, cavalcando il forte interesse globale per storie locali che sappiano parlare a una platea internazionale.

Le prospettive ci sono tutte, e sono francamente entusiasmanti: il mercato è in espansione, le piattaforme globali cercano sempre più contenuti, e noi crediamo fermamente che investire sulla creatività italiana possa generare successi straordinari, anche sul piano commerciale. Non dimentichiamoci che nelle mire di CULT! c’è anche quella di svecchiare i generi: non esistono solo crime, romance e dramma, e molti dei successi internazionali più clamorosi di produzioni spagnole, tedesche e asiatiche, anche senza scomodare gli americani, hanno in comune la rottura di questi schemi. Ciò che manca all’audiovisivo italiano è l’internazionalizzazione, ancora fortemente sottosviluppata. Ed è proprio in questo oceano blu di opportunità che intendiamo inserirci. L’equity crowdfunding può permetterci di portare il cinema italiano di qualità in tutto il mondo.

Ci parli del progetto su cui vi state concentrando in questo momento, il biopic Over – Coming back to life?

Assolutamente! “OVER – Coming Back to Life” è un progetto speciale, un biopic dedicato alla straordinaria storia di Andrea Lanfri, atleta paralimpico e recordman italiano, che dopo aver perso le gambe e sette dita a causa di una meningite fulminante, invece che farsi sopraffare dal dolore, come la maggior parte di noi avrebbe fatto, ha affrontato e superato sfide incredibili, arrivando a scalare persino l’Everest senza ossigeno. Non so se sia chiara la portata di un’impresa del genere, che è un unicum al mondo per una persona che ha subito le sue amputazioni.

La cosa straordinaria di Andrea è che lui ha saputo trasformare ciò che gli è capitato in opportunità, e oggi in qualche modo è persino grato alla malattia che, pur nella sua drammaticità, ha trasformato la sua vita – ma chi l’ha davvero trasformata, ovviamente, è stato Andrea stesso – da quella ordinaria che stava vivendo a quella di un atleta di fama mondiale e recordman protagonista di documentari e, ora, anche di un biopic dedicato alla sua vita.

Il film prodotto da una casa solida ed esperta come Pagliai Film Group, che da anni collabora con le maggiori aziende dell’audiovisivo e grandi marchi, racconterà la vita di Andrea alternando la ricostruzione sul set e in esterne con attori che lo interpreteranno da bambino e prima della malattia, a frammenti reali delle sue imprese e parti recitate da Lanfri stesso. La volontà di tutti, da Andrea a noi, è realizzare un’opera dal forte messaggio motivazionale, capace di ispirare chiunque si trovi ad affrontare grandi difficoltà, e di cui siamo certi saremo orgogliosi.

Inoltre, cosa non trascurabile, il suo potenziale commerciale è altissimo: non solo Andrea è una figura pubblica con moltissimi fan, ma il film sarà pronto per i festival e la commercializzazione nel 2026, anno delle Olimpiadi Invernali di Cortina. Per un’opera che parla di sport, di montagna e del valore della resilienza, credo non possa esserci periodo migliore.

Cosa vi ha portati a scegliere l’equity crowdfunding su Opstart per la raccolta di capitali?

Con la premessa che il nostro intero modello di business si basa su forme innovative di crowdfunding e sul cinema, abbiamo scelto l’equity crowdfunding su Opstart per la sua trasparenza, professionalità e innovatività. Opstart è una piattaforma autorizzata da CONSOB alla raccolta di capitali, e noi cercavamo la massima affidabilità per chi ci avrebbe dato fiducia. E poi c’è da dire che Opstart è una realtà pioniera nell’equity crowdfunding con una storia d’innovazione alle spalle. Non tutti avrebbero capito le potenzialità di un progetto come CULT! invece i ragazzi di Opstart hanno compreso subito quel che rende CULT! diverso da ogni altro operatore dell’audiovideo italiano.

Non va nemmeno trascurato il fatto che la platea di pubblico della piattaforma ci permetterà di accelerare la democratizzazione del settore, di creare una comunità di investitori coinvolti e appassionati, e di mostrare che dalla collaborazione e dalla fiducia collettiva possono nascere grandi progetti e grandi opportunità di guadagno.

Per finire, comunque, ci tengo a precisare che le modalità di raccolta del capitale che CULT! ha in mente sono molto più varie di quelle fin qui messe in campo. Il futuro riserverà una serie di belle sorprese, che crediamo potranno davvero rivoluzionare il modo di creare budget per film e, in futuro, anche serie TV. E proprio per mantenere queste promesse è essenziale avere un partner flessibile come Opstart, che renda possibile tradurre in realtà le nostre visioni. La piattaforma è il posto perfetto dove condivideremo con i nostri investitori i nostri prossimi progetti.

Quali sono gli obiettivi che vi siete posti per il futuro di CULT!?

Come dicevo, vogliamo ampliare la rosa dei servizi e le opzioni possibili per finanziare i progetti. Ci apriremo al reward crowdfunding, ma le vere novità saranno altre, e per il momento preferisco tenere il massimo riserbo. In generale, posso dire che gli obiettivi principali di CULT! sono due: diventare il punto di riferimento nazionale per l’investimento di privati in prodotti audiovisivi di qualità e svincolare la scelta di generi e tematiche dalla dipendenza di fondi pubblici e dal fastidioso “andare sul sicuro” – che poi sicuro non è mai – della maggior parte delle produzioni nostrane.

Vogliamo innovare e far tornare competitiva l’Italia nel mondo del cinema anche nei generi attraverso l’equity crowdfunding. Ormai horror, fantascienza, fantastico, ma anche il più canonico thriller, in Italia sono quasi parole proibite, mentre i prodotti esteri macinano numeri da capogiro, anche qui da noi. Il pubblico nostrano non dispone di prodotti italiani di qualità da fruire. Come accennavo, anche senza scomodare le produzioni Netflix e Amazon americane, basti pensare alla tedesca Dark, al fenomeno mondiale Squid Game e tutta la serie di horror spagnoli, coreani e giapponesi che hanno invaso le sale.

Sia chiaro però che in CULT! vogliamo occuparci d’innovazione, ma non per questo di scommesse: siamo convinti che andare contro corrente, quando necessario e non a tutti i costi, sia il modo per arrivare a mercati inesplorati e risultati economici oggi impensabili. E comunque si può innovare anche nei generi canonici, o rendere appetibile a livello internazionale anche un documentario o un biopic, l’importante è quello che nel settore si chiama “high concept”, cioè la possibilità di un’idea di essere riassunta in poche frasi e accendere la curiosità, far scattare quella scintilla che riesce a far pensare “questo devo vederlo”. Per questo puntiamo a creare un portfolio diversificato di progetti che spazino dal cinema alle serie TV, e abbiano come comune determinatore storie capaci di conquistare il pubblico globale.

Inoltre, miriamo a consolidare partnership strategiche con realtà produttive di eccellenza come Pagliai Film Group, ma siamo molto attenti a quella folta platea di artisti talentuosi che fanno sfoggio di talento ai festival indipendenti senza avere le risorse necessarie per fare il grande salto. Per noi non si tratta solo di fare business, ma di farlo innovando, e la frase che tanto ci piace “democratizzare l’accesso all’audiovisivo”, non si riferisce solo agli investitori ma anche a registi, attori e piccole case di produzione, che in noi e nel nostro modello possono trovare il loro accesso al grande pubblico.

CULT! è live sul portale è ha già raggiunto l’obiettivo minimo: scopri come l’equity crowdfunding può aiutare il mondo del cinema!