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Verso una finanza più sostenibile: le nuove linee guida europee contro il greenwashing

A giugno 2024 la European Securities and Markets Authority (ESMA) ha pubblicato un documento con le linee guida che i fondi devono rispettare per poter inserire la dicitura ESG o altri termini legati alla sostenibilità nel loro nome. È un segnale importante di una crescente attenzione alla trasparenza nell’ambito della finanza sostenibile e di un maggiore controllo da parte dell’Europa sul fenomeno del greenwashing.

Ci si è resi conto che sono necessarie regole specifiche per evitare che “finanza sostenibile” sia solo uno slogan vuoto di significato. L’obiettivo è tutelare i diritti degli investitori e per stimolare un concreto riassestamento dell’economia mondiale orientato alla salvaguardia del pianeta.

Cosa si intende con il termine greenwashing?

Per chiarire il bersaglio delle linee guida elaborate dall’ESMA, spieghiamo innanzitutto cosa significa greenwashing. Questo termine si può tradurre come “ecologismo di facciata” ed è diventato celebre di pari passo con l’aumento della sensibilità dei consumatori nei confronti del tema della sostenibilità. Moltissime imprese hanno approfittato di questa sensibilità per migliorare la propria brand reputation e aumentare le vendite dichiarando l’impegno a diminuire il proprio impatto ambientale e a realizzare prodotti più sostenibili.

Dietro queste promesse, però, spesso non c’è stato un reale cambiamento in direzione della sostenibilità, o il cambiamento è stato così infinitesimale da risultare irrilevante: un ecologismo solo apparente, veicolato attraverso informazioni fuorvianti o parziali. Il risultato è un generale sentimento di confusione e diffidenza tra i consumatori.

Finanza sostenibile e greenwashing

Il problema descritto nel paragrafo precedente si è manifestato anche in ambito finanziario. Quell’accresciuta sensibilità nei confronti del tema della sostenibilità si è tradotta anche in una crescente domanda degli investitori per fondi di investimento che comprendono nel loro portafogli asset relativi a imprese e settori economici sostenibili.

Questo ha incentivato i fondi a includere nei loro nomi la sigla ESG o altri termini della sfera della sostenibilità per attrarre più capitali. Il rischio è che adottino questa strategia anche fondi che non hanno costruito una politica di investimento basata sullo standard della sostenibilità o lo hanno fatto solo in minima parte, fornendo dichiarazioni fuorvianti agli investitori.

L’ESMA, infatti, ha rilevato che le linee guida precedenti relative all’uso dei termini legati a ESG e sostenibilità non erano sufficientemente stringenti da evitare il rischio di greenwashing nell’ambito della finanza sostenibile. Uno studio condotto dalla stessa autorità europea nel 2023 su tremila fondi dichiarati sostenibili, per esempio, ha evidenziato come il 73% di essi fosse esposto in qualche misura sulle fonti fossili di energia.

Le nuove linee guida europee contro il greenwashing

Le nuove linee guida promosse dall’ESMA hanno l’obiettivo di ridurre il rischio che i fondi di investimento utilizzino la sostenibilità come vuoto strumento di marketing.

Vediamo le principali novità:

  • Se un fondo ha nel proprio nome termini legati a ESG dovrebbe utilizzare almeno l’80% degli investimenti “per soddisfare le caratteristiche ambientali o sociali o gli obiettivi di investimento sostenibile” secondo gli standard stabiliti dalla stessa ESMA e dal regolamento europeo SDFR.
  • Se un fondo ha nel proprio nome termini legati alla sostenibilità dovrebbe allocare almeno il 50% dell’80% di investimenti descritti alla voce precedente a “investimenti sostenibili” come definiti dal regolamento SDFR.
  • Termini correlati a “impatto” dovrebbero essere utilizzati solo da fondi “i cui investimenti all’interno delle proporzioni minime sono effettuati con l’intenzione di generare un impatto sociale o ambientale positivo e misurabile insieme a un ritorno finanziario”.
  • I fondi che utilizzano termini legati all’ambiente e alla sostenibilità nei loro nomi dovrebbero rispettare nella selezione delle aziende su cui investire i criteri di esclusione PAB (Paris Aligned Benchmark) basati sugli Accordi di Parigi, mentre quelli che utilizzano termini legati alla transizione, alla governance e all’impatto sociale dovrebbero rispettare i criteri di esclusione CTB (Climate Transition Benchmark), basati sulle linee guida dell’OCSE e sui principi del Global Compact delle Nazioni Unite.
  • I fondi che utilizzano tali termini nei loro nomi devono fornire informazioni chiare, corrette e non fuorvianti sui loro contenuti agli investitori.

Il documento dell’ESMA esorta, inoltre, le autorità di vigilanza dei diversi Stati europei a adottare azioni comuni di vigilanza e monitoraggio sul greenwashing: poiché queste linee guida di per sé non sono vincolanti, ora spetta alle autorità nazionali recepirle e applicarle.

Le linee guida entreranno in vigore dopo 3 mesi dalla pubblicazione in tutte le lingue ufficiali dell’Unione Europea sul sito dell’ESMA, con un periodo di transizione di 6 mesi per i fondi già esistenti.

Finanza sostenibile: perché è importante?

L’impegno per una finanza sostenibile è fondamentale per sostenere la lotta al cambiamento climatico e la transizione verso modelli di produzione e consumo più rispettosi del pianeta e delle persone, perché il cambiamento richiede risorse. Veicolare gli investimenti verso la sostenibilità è lo stimolo necessario per incentivare le imprese a diventare davvero più green e le istituzioni a guidare con più decisione la società verso il cambiamento.

La transizione ecologica, d’altra parte, è ormai un imperativo, perciò anche l’economia non può che andare in quella direzione, e infatti gli investimenti sostenibili promettono performance migliori di quelli che non lo sono. L’interesse degli investitori per la finanza sostenibile è dimostrato dal successo dei fondi ESG e anche da quello delle numerose campagne di crowdfunding a sostegno di progetti green.

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