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Che cos’è la Defi, la finanza decentralizzata?

L’innovazione tecnologica nel mondo della finanza ha portato trasformazioni profonde in direzione di una crescente trasparenza e accessibilità e di un maggiore controllo diretto da parte degli utenti. In questo contesto nasce la finanza decentralizzata, nota anche come DeFi (Decentralized Finance), un fenomeno che ha già attirato miliardi di dollari in investimenti e continua a suscitare grande interesse, soprattutto tra le nuove generazioni di investitori digitali, ma che pone anche tante questioni critiche dal punto di vista normativo.

Ma di cosa si tratta esattamente? La DeFi è un nuovo ecosistema finanziario costruito sulla tecnologia blockchain, che consente di accedere a servizi come prestiti, scambi di valuta o investimenti senza l’intervento di banche o intermediari tradizionali. 

Quello della finanza decentralizzata è un campo in rapida evoluzione, che offre opportunità interessanti ma comporta anche rischi importanti. Per questo è fondamentale comprenderne i principi di base, le applicazioni concrete e l’attuale (ancora in via di definizione) quadro normativo.

Nei prossimi paragrafi scopriremo cos’è la DeFi, come funziona, quali vantaggi offre rispetto alla finanza tradizionale e quali attenzioni richiede a chi vuole esplorarla per i propri investimenti o per raccogliere capitali.

Che cos’è la finanza decentralizzata 

La finanza decentralizzata, o DeFi, nasce tra il 2017 e il 2018 nella community della blockchain Ethereum. 

La DeFi consente a chiunque abbia una connessione internet e un wallet digitale di svolgere operazioni tradizionali come ottenere un prestito, investire, cambiare valute, sottoscrivere assicurazioni, ma in modalità peer-to-peer, senza il coinvolgimento di un’istituzione centrale.

L’operatività è disponibile tutti i giorni, a qualsiasi ora, e non conosce limiti di confini nazionali. Le transazioni sono registrate su blockchain e sono visibili e tracciabili da chiunque.

Ecco perché la DeFi è vista da molti come una rivoluzione: abbatte barriere, elimina la burocrazia, riduce i costi di transazione e crea un sistema aperto, dove chiunque può partecipare e contribuire. Come vedremo, ovviamente questo determina anche dei problemi di sicurezza.

Come funziona la DeFi: gli elementi chiave

Gli elementi chiave della finanza decentralizzata sono:

  • blockchain;
  • smart contract;
  • token;
  • wallet.

La DeFi esiste grazie alla tecnologia blockchain, un registro digitale distribuito che consente di eseguire e verificare le transazioni in modo sicuro e trasparente e impedisce di modificarne i dati se non con il consenso e la validazione pubblica di tutta la rete. 

Un elemento fondamentale per il funzionamento della finanza decentralizzata sono gli smart contract. Si tratta di contratti digitali che permettono di definire le regole di un servizio (per esempio un prestito) ed eseguirle automaticamente senza bisogno di un notaio, un funzionario di banca o un giudice. Sono, infatti, auto-esecutivi: contengono nel loro codice le regole e le condizioni di un accordo, che si attivano in automatico quando queste condizioni vengono soddisfatte.

Esempio: un contratto che regola un prestito su una piattaforma di finanza decentralizzata può prevedere che, quando un utente deposita una garanzia, riceve in cambio una certa quantità di token come prestito. Alla scadenza, se non restituisce il prestito, la garanzia viene liquidata automaticamente al prestatore.

Tutte le transazioni della finanza decentralizzata avvengono in token, che sostituiscono la valuta tradizionale e possono assumere varie forme e inglobare in sé diverse funzioni. Per esempio: 

  • stablecoin: token ancorati al valore di una moneta fiat;
  • utility token: token che forniscono accesso a determinati servizi all’interno di una specifica piattaforma;
  • governance token: token che conferiscono diritto di voto sulle modifiche e decisioni di una piattaforma decentralizzata.

I token vengono conservati all’interno di un Wallet, ovvero un portafoglio digitale, da dove si possono gestire in autonomia le transazioni. I più diffusi sono non-custodial, cioè non gestiti da terzi: solo l’utente ha accesso alle chiavi private.

Questi strumenti, combinati tra loro, rendono possibile costruire piattaforme e app dove accedere a servizi finanziari di vario genere in un sistema finanziario autonomo e aperto.

Applicazioni principali della finanza decentralizzata

Uno degli aspetti più rivoluzionari della finanza decentralizzata è la possibilità di svolgere attività finanziarie tradizionali, ma senza banche, sportelli o intermediari. Vediamo le principali di queste attività.

  • Prestiti e finanziamenti in criptovalute

Utenti che possiedono criptovalute le prestano ad altri utenti su apposite piattaforme, ricevendo in cambio interessi. Il portale ospita le transazioni ma non interviene come intermediario.

  • Scambi di token 

Un fondo comune di criptovalute, costruito dagli utenti su una piattaforma di scambio di token e gestito tramite smart contract, permette di scambiare un tipo di token con un altro fornito da un altro utente.

  • Investimenti per generare rendimenti passivi 

Yield farming: fornire liquidità a una piattaforma DeFi per ottenere in cambio token aggiuntivi.

Staking: bloccare una certa quantità di propri token su una rete blockchain per ricevere in cambio interessi.

Come per tutti gli investimenti, anche in questo caso più alti sono i rendimenti, più alti sono i rischi, che riguardano in particolare la volatilità del valore dei token e la vulnerabilità dei sistemi.

Trasformare asset del mondo reale – come la proprietà di un immobile, le quote di un’azienda, un credito, delle materie prime – in token digitali. Lo scopo può essere quello di poter frazionare o rendere più liquidi questi asset e utilizzarli per venderli a investitori e raccogliere capitali.

  • Compravendita di strumenti finanziari derivati

Esistono prodotti derivati centralizzati che replicano il comportamento di strumenti tradizionali, come i futures, ma si possono acquistare, vendere e gestire su blockchain.

Vantaggi e opportunità

La finanza decentralizzata vuole offrire soluzioni innovative a criticità note del sistema finanziario tradizionale. Ecco i principali vantaggi da questo punto di vista:

  1. accessibilità globale senza barriere all’ingresso;
  2. trasparenza e riduzione dell’asimmetria informativa, perché tutte le operazioni sono tracciabili e visibili pubblicamente sulla blockchain;
  3. costi e tempi ridotti eliminando gli intermediari (commissioni basse o nulle, transazioni rapide, servizi disponibili 24/7);
  4. controllo diretto da parte dell’utente, che ha la completa responsabilità della gestione dei propri asset;
  5. opportunità di investimento alternative.

Rischi e criticità

La finanza decentralizzata apre la porta a nuove opportunità e all’innovazione, ma non è priva di rischi. Anzi, proprio perché opera in un contesto tecnologico giovane, in rapida evoluzione e in larga parte non regolamentato, comporta rischi concreti che è fondamentale conoscere e valutare.

Ecco i principali:

  1. vulnerabilità degli smart contract ad attacchi hacker o malfunzionamenti a causa di falle nel codice;
  2. volatilità dei token, il cui valore può cambiare in modo repentino;
  3. truffe, a causa della facilità e dell’anonimato con cui si può lanciare un token per raccogliere capitali o una nuova piattaforma;
  4. mancanza di tutele legali, in assenza di un’autorità centrale e di una regolamentazione precisa;
  5. complessità tecnica, che può portare utenti inesperti a errori costosi, come la perdita delle chiavi private del wallet o l’errata interpretazione di un contratto;
  6. rischio sistemico a causa dell’interconnessione delle varie reti.

Regolamentazione della finanza decentralizzata

Uno dei temi più delicati legati alla finanza decentralizzata è la mancanza di una regolamentazione chiara e condivisa.

Ad oggi, la maggior parte dei protocolli DeFi non è regolamentata in senso stretto. Non esistono enti autorizzati, registri ufficiali o licenze rilasciate da autorità centrali. 

Le autorità finanziarie dei diversi Paesi del mondo stanno agendo in direzioni diverse: da chi non regolamenta ma interviene a posteriori con avvertimenti ufficiali e azioni legali contro le piattaforme (per esempio gli Stati Uniti) a chi cerca di integrare la finanza decentralizzata nel perimetro regolamentare, come molti Stati europei e non solo.

L’Unione Europea ha mosso i primi passi con il Regolamento MiCA, che interviene sul mondo cripto intermediato ma non regola ancora le piattaforme decentralizzate e i relativi smart contract. Tuttavia, il regolamento prevede che nei prossimi anni l’Autorità europea degli strumenti finanziari (ESMA) e le banche centrali propongano ulteriori misure per regolare gli ecosistemi decentralizzati.

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