Le PMI devono affrontare ogni giorno la sfida cruciale di finanziare la crescita senza sacrificare sostenibilità e controllo. Tradizionalmente legate al credito bancario, nel contesto attuale di incertezza e complessità economica ed elevata competizione le PMI possono trarre beneficio da un approccio integrato all’accesso ai capitali e hanno a disposizione un ventaglio più ampio di strumenti. Tra questi, la finanza alternativa – come equity, lending e debt crowdfunding – rappresenta una risorsa preziosa. Ma non si tratta necessariamente di una sostituzione di una fonte di finanziamento con un’altra: la soluzione più efficiente è spesso un’integrazione strategica dei canali tradizionali con quelli più innovativi.
Le fonti di finanziamento per le PMI
Storicamente la principale fonte di finanziamento per le PMI è sempre stata il canale bancario, che tutt’oggi resta al primo posto. L’accesso al credito bancario, tuttavia, è diventato via via sempre più difficoltoso e oneroso per le imprese italiane di minori dimensioni – che rappresentano la maggioranza delle imprese italiane –, perciò sempre più aziende stanno esplorando strade alternative. È in questo scenario che la finanza alternativa si impone come leva di sviluppo complementare, accanto alla finanza agevolata e a quella tradizionale.
Nell’ambito della finanza alternativa, il crowdfunding è uno dei canali più popolari soprattutto per le startup, ma si sta facendo spazio anche tra le PMI, come ha evidenziato l’ultimo report del Politecnico sul crowdinvesting in Italia, mentre in Europa è già stabilmente diffuso tra le PMI.
Equity crowdfunding, lending crowdfunding e Minibond, infatti, sono strumenti di raccolta di capitale online flessibili, accessibili e adatti a diverse fasi della crescita di un’impresa. Essi, inoltre, possono creare una sinergia efficiente con i mezzi della finanza tradizionale e agevolata, per costruire un piano di finanziamento a medio e lungo termine in grado di rendere la crescita sempre sostenibile.
Perché integrare finanza tradizionale e alternativa
Integrare strumenti tradizionali e alternativi non è semplicemente una possibilità a disposizione di chi non riesce sempre ad accedere al credito bancario in quanto impresa giovane o priva delle garanzie necessarie per ottenere un prestito: non è un piano B, bensì un piano A capace di rendere più efficiente la ricerca di finanziamenti e quindi adatto anche a imprese consolidate.
Vediamo quali sono i vantaggi della sinergia tra finanza tradizionale e alternativa.
- Diversificazione delle fonti: riduce la dipendenza da un singolo canale e migliora la resilienza finanziaria.
- Velocità: la finanza alternativa consente spesso tempi di raccolta più rapidi, permettendo di rispondere a bisogni di liquidità immediati.
- Marketing: una campagna di crowdfunding è anche una campagna di marketing, che porta all’azienda visibilità, posizionamento, networking.
- Attrattività: la capacità di finanziarsi in autonomia e validare il proprio progetto sul mercato mentre si raccoglie il capitale costruiscono per l’azienda una reputazione interessante per investitori istituzionali e banche.
Come integrare crowdfunding e finanza tradizionale
Il crowdfunding può integrarsi alla finanza tradizionale rispondendo a una serie di esigenze che quest’ultima non può soddisfare:
- finanziare una startup nelle sue fasi iniziali di vita, quando non c’è una storicità di dati e performance tale da convincere soggetti istituzionali a investire o fare credito;
- fare un test di mercato per un prodotto o servizio in fase di prototipazione e raccogliere feedback dai potenziali clienti prima di procedere con lo sviluppo e la commercializzazione;
- reperire rapidamente liquidità per operazioni time-sensitive o per sopperire a una carenza di flussi di cassa o per portare avanti un progetto in attesa di altre fonti di finanziamento (per esempio un bando di finanza agevolata);
- acquisire clienti e generare KPI positivi con cui costruire una reputazione finanziaria nei confronti delle istituzioni della finanza tradizionale.
Esempio di strategia finanziaria ibrida
Vediamo un esempio di strategia finanziaria ibrida, immaginando una PMI che scelga di combinare canali tradizionali e strumenti innovativi in base ai propri obiettivi di crescita.
Fase 1 – Trampolino di lancio con equity crowdfunding
La nostra PMI nasce come startup innovativa e lancia una campagna di equity crowdfunding per validare il proprio prodotto e raccogliere i capitali necessari al perfezionamento del prototipo e al lancio ufficiale sul mercato. Oltre ai capitali, acquisisce nuovi soci, tra cui professionisti con competenze utili al business e potenziali partner, e ha i dati di un primo test di mercato da presentare a futuri potenziali investitori istituzionali: grazie a questo, ottiene l’interesse di un business angel che fornisce un’ulteriore iniezione di capitali e affina la strategia di crescita.
Fase 2 – Crescita con lending crowdfunding
Due anni dopo, in fase di espansione, l’azienda utilizza il lending crowdfunding per raccogliere in breve tempo i capitali destinati all’ampliamento della linea produttiva e cogliere la congiuntura di mercato favorevole.
Vincitrice di un bando di finanza agevolata per la costruzione di un impianto di produzione a impatto zero, lancia un’altra campagna di lending crowdfunding come Crowdbridge per ottenere subito la liquidità necessaria ad avviare il progetto, senza dover attendere i tempi di erogazione dei contributi del bando.
Fase 3 – Consolidamento con minibond
Divenuta PMI a tutti gli effetti, la nostra azienda emette minibond attraverso una campagna di debt crowdfunding, destinati all’ampliamento della capacità produttiva e all’acquisizione di un fornitore per internalizzare parte della filiera e tagliare i costi.
Fase 4 – Internazionalizzazione e quotazione in Borsa
In parallelo, l’azienda ha potuto negoziare con successo condizioni migliori con il proprio istituto di credito, grazie all’effetto leva dato dal rafforzamento patrimoniale e dalla trasparenza offerta dalle precedenti operazioni, e riesce a ottenere in prestito i capitali necessari per internazionalizzare il suo business.
È a questo punto che si accende l’interesse di un fondo di private equity che vuole entrare nell’azienda per spingere sull’acceleratore dell’espansione internazionale.
Infine, la nostra PMI è sufficientemente consolidata da accedere alla quotazione in Borsa e sceglie di farlo grazie a un’operazione di Crowdlisting con l’equity crowdfunding: l’approdo al mercato pubblico dei capitali rappresenta il coronamento del suo percorso di crescita e facilita il reperimento di risorse economiche per il futuro.Si tratta, ovviamente, di un percorso puramente ipotetico: ogni azienda deve costruire il proprio piano di finanziamento a breve, medio e lungo termine in base alle proprie caratteristiche specifiche ed esigenze.
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