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I tassi di crescita dell’equity crowdfunding in Italia

L’equity crowdfunding, ovvero la raccolta di capitale di rischio attraverso portali web, ha favorito la nascita e lo sviluppo di imprese e startup innovative che continuano ad arricchire un mercato che cresce ogni anno. A livello europeo, l’Italia è stata la prima a capire che il settore aveva necessità di essere disciplinato e tutelato. Il primato è stato concretizzato con una normativa ad hoc attuata nel 2012 a seguito del Decreto Crescitabis, ma il vero punto di partenza per il nostro paese è stato il 2016, anno in cui il mercato ha avuto una rapida espansione, definendo nel tempo l’ambito di ricerca sull’equity crowdfunding, ed il proliferare di centri ed osservatori di ricerca. 

Uno strumento in costante crescita

Tra questi centri troviamo l’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, che studia principalmente il mercato dell’equity e lending crowdfunding in Italia, tracciando quali sono le tendenze del settore nel nostro paese facendo un’analisi periodica sui tassi di crescita di tutte le piattaforme regolate da CONSOB. Ogni anno l’Osservatorio pubblica un report nel mese di luglio, e la sua uscita è diventata uno degli appuntamenti attesi per tutti gli attori che gravitano intorno al settore. Grazie alla mappatura effettuata da questi osservatori sappiamo quindi che la crescita del mercato del crowdinvesting è stata costante nel tempo. Considerando che nel 2017 la raccolta di capitali delle campagne di equity crowdfunding è arrivata a quasi 11,7 milioni di euro, il 2018 si è concluso invece con una crescita di +209% (il triplo rispetto all’anno precedente), chiudendo a poco più di 36 milioni. Il 2019 ha visto poi un nuovo record, sono infatti 140 le campagne di successo (continuando la sua crescita al +82% rispetto al 2018) ed il consuntivo è stato di 65,5 milioni. Per quanto riguarda il 2020, un anno in cui la pandemia Covid-19 ha scosso gli equilibri mondiali, l’equity crowdfunding non ha rilevato nessun effetto negativo su campagne ed investimenti, anzi. La raccolta complessiva ha infatti toccato un nuovo picco, attestandosi sui 103 milioni di euro. Un trend che ha confermato, e rafforzato sempre più, la forte crescita dell’industria dell’equity crowdfunding. 

La performance di Opstart

L’Osservatorio dell’Università milanese monitora quindi i dati delle piattaforme attive, le raccolte che queste fanno e le campagne promosse, confermando al primo posto, anche se in leggero calo rispetto al 2019, l’affermarsi nel mercato delle startup e PMI innovative. I settori in crescita, all’interno dei quali alcuni portali hanno deciso di verticalizzarsi, sono stati comunque tanti e diversificati, uno su tutto quello immobiliare, che ha visto un’impennata nell’ultimo anno raddoppiando gli investimenti da 16,5 milioni del 2019 a 29,3 milioni del 2020, seguito dalla finanza d’impatto, l’energia e le life sciences. 

Per quanto riguarda i portali on-line, nonostante il loro proliferare, il 95% dell’intera raccolta si conferma essere in mano alle prime 7 piattaforme, e nel 2020 la classifica ha visto in testa Opstart che ha raccolto capitali per oltre 22 milioni. Uno dei motivi è stato sicuramente il fatto che l’Equity Crowdfunding Index del portale è più alto rispetto alla media. L’indice è elaborato dall’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico e misura l’apprezzamento delle quote delle imprese proposte dai vari portali, per determinarne la rivalutazione nel tempo. L’Equity Crowdfunding Index determina quindi la rivalutazione media delle società proposte dai portali autorizzati, che concludono raccolte di successo. A livello nazionale l’apprezzamento del valore delle quote sottoscritte dal crowd, ridefinito periodicamente dall’Osservatorio, si attesta mediamente a 155.72 punti, mentre quello di Opstart, primo portale per la raccolta online di capitali, è di 176.95. Quindi le campagne proposte dalla piattaforma  hanno un rendimento atteso mediamente molto più alto e una maggiore potenzialità di crescita.

Uno sguardo al futuro

Per quanto riguarda le previsioni sui numeri del 2021 sono sicuramente molto caute, dato che quest’anno vedrà una transizione a livello strutturale del mercato del crowdfunding. L’ESMA, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, dovrà infatti emanare le regole attuative della nuova disciplina europea sui finanziamenti collettivi, approvata nell’ottobre 2020. Nuovi assetti e maggiori tutele quindi per una prospettiva di una crescita del mercato che non accenna a fermarsi, ma che anzi, diventa sempre più un’opportunità in un contesto mondiale profondamente modificato.